domenica 26 marzo 2017

Dall'oriente con poco (o tanto) furore!

Ieri io e Gio siamo stati inviati (con tanto di minacce di morte da parte di Mary) alla volta del festival dell'oriente, presso il Torino Oval.
Zaini in spalla, cibo italiano preparato di fretta, biglietti alla mano e via col treno.
Una volta raggiunti il posto, non neghiamo di essere stati fin da subito attirati dal padiglione giapponese. Tuttavia, se Gio aveva una scaletta ben precisa sull'ordine dei padiglioni da visitare, io ero del tutto indifferente su ciò che non era Giappone o Tibet. Ecco perché, a fine giornata, io e lei ci trovammo con sensazioni e pareri totalmente diversi.
Ma partiamo con ciò su cui ci troviamo d'accordo.
Trovare diverse etnie dell'oriente, e del medio oriente, tutte concentrare in un unico posto è stato molto interessante e divertente. Pur essendo molto simili tra di loro, questi paesi hanno culture molto diverse. Dai vestiti al cibo, dalle statue agli accessori. E' stato molto bello poter vedere anche oggetti di uso comune, come tazze e posate, in tutte le loro versioni: colorare e non, di terracotta o di buccia di cocco (incredibile), di legno o di metallo. Queste sono sempre state cose che mi hanno affascinato fin dall'infanzia.
Gli spettacoli sono stati incredibili e molto belli da vedere. Il nostro preferito sono stati i tamburi. Le danze invece le abbiamo trovate un po' noiose.
Essendo il festival dell'oriente giustamente non sono mancati quei (fortunatamente pochi) stand di roba prettamente nerd. Le katane le ho accettate, ma i funko pop, le action figure o i vari accessori li abbiamo trovati fuori luogo.
La parte migliore del festival è stato quello che noi abbiamo giustamente chiamato Book Fotografico. Giustamente perché la signora che ha vestito la nostra bellissima Gio non ha fatto altro che dirci "scatta! scatta! ora qui! Ora lì! Dall'alto! Dal basso!". La nostra inviata ha indossato un bellissimo e costosissimo vestito da sposa giapponese.



Purtroppo però io e Gio ci siamo trovati in disaccordo su alcune cose. Se a lei è piaciuto quasi tutto, io invece ho dovuto storcere il naso un po' di volte. Gli stand erano messi un po' a casaccio; invece di essere tutti nella stessa area, erano sparsi un po' ovunque, dandoti quella sensazione di disorganizzazione perenne. Alcuni, per fortuna pochi, avevano una miriade di incensi accesi. L'odore va a gusti, giustamente, ma mettere due incensi opposti l'una all'altro in due stand vicini e di nazioni diverse non è stata una buona mossa, infatti il più delle volte molte persone si allontanavano per il disgustoso mix che i due odori facevano incontrandosi.
Gli stand più interessanti si sono rivelati essere i più scarni. Con tutto quello che il giappone e la cina hanno da offrire, ci siamo dovuti accontentare di qualche vestito e un paio di bonsai... e di infinita frutta disidrata. Questo non va bene.


A mio avviso, essendo non infinito lo spazio a disposizione, era meglio eliminare quegli stand che non c'entravano nulla col tutto (tipo quei quattro o cinque che ritroveremo sicuramente a qualche Comics) e dare più spazio alla vera protagonista del festival, cioè il mondo orientale.


Conclusioni. Gio si è trovata alla grande: ha mangiato, ha riso, si è divertita, e vuole tornarci. Io mi sono solo divertito moderatamente. Mi sono trovato bene ma penso che il prossimo anno (dovesse esserci un'altra edizione) non andrò e farò passere un po' di tempo prima di tornarci.

Enry

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